Nuovi edifici a emissioni zero entro il 2030 ed edifici già esistenti a emissioni zero entro il 2050.
Possono essere riassunti così gli obiettivi relativi alle prestazioni energetiche in edilizia promosse dall’Unione Europea. Proprio settimana scorsa, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato un primo accordo di revisione della direttiva sulle prestazioni energetiche in edilizia.
Due nuove categorie di attestazione energetica: A0 e A+
Non è l’unica novità: i Paesi dell’Unione hanno anche aggiunto due nuove categorie di attestazione energetica, si tratta di:
A0, dedicata agli edifici a zero emissioni per l’appunto;
A+, che potrà essere ottenuta dagli immobili che forniranno anche energia sostenibile alla rete locale.
Si tratta di obiettivi di molto importanti, ma anche difficili da raggiungere. Secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa per molti immobili sarà impossibile riuscire a dare adeguata risposta alle richieste dell’Europa, anche per il valore storico e artistico di molti immobili.
L’operazione peserà sulle tasche degli italiani che, per non vedere svalutato il proprio immobile, dovranno procedere a “restyling energetici”.
Parlamento Europeo: le diverse posizioni degli Stati membri
All’interno del Parlamento Europeo possono essere riscontrate diverse correnti: da una parte, i Paesi nordici puntano a un’interpretazione più green e più rigida della direttiva, dall’altra Paesi come l’Italia caratterizzati dalla presenza di beni importanti dal punto di vista storico e culturale spingono invece per un’interpretazione meno severa.
Tra gli altri punti che non permettono un’interpretazione omogenea troviamo anche il fatto che nei Paesi nordici è più raro possedere una casa e i proprietari sono meno rispetto a paesi come il nostro, dove l’acquisto della casa ricopre grande importanza.
L’iter
In ogni caso, prima di diventare realtà, il dossier dedicato all’edilizia dovrà essere discusso dalla commissione di trasporto e turismo e dalla commissione energia, per poi approdare alla seduta plenaria.
Se approvato dovrà poi essere recepito da tutti gli Stati membri, senza possibilità di eccezioni.
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