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Immagine del redattoreFabio Melis

DECRESCITA DEMOGRAFICA IN ITALIA: QUALI I RISCHI?

Al 1° gennaio 2023 i cittadini stranieri sul territorio italiano risultano 5 milioni e 50 mila unità (dati Istat), in aumento di 20mila individui rispetto al 2022. Lo stesso istituto statistico prevede una decrescita demografica nei prossimi decenni: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 nel 2030, per scendere a 47,7 milioni di abitanti nel 2070.

Il dibattito sul futuro demografico di un Paese che tende a invecchiare è più vivo che mai. Sullo sfondo ci sono i problemi endemici di una società e di un mercato del lavoro che spesso esclude (o penalizza) le donne.

Gli immigrati salveranno le società occidentali dalla crisi demografica? A questo interrogativo prova a rispondere un economista americano, Lant Pritchett, tramite un podcast ripreso dal Corriere della Sera: “Dovremmo accettare più immigrati per le mansioni che gli adulti nei Paesi ricchi ormai non vogliono svolgere”. Incrociando il suo pensiero con i dati Istat si possono immaginare scenari futuri e risposte da mettere in campo.



Come saranno gli italiani del futuro

Le proiezioni dell’Istituto nazionale di statistica ci dicono che nell’Italia del futuro gli ultra ottantenni passeranno dalle 4 milioni di unità nel 2023 a 6,84 milioni di persone nel 2050. Significa che la forza lavoro della popolazione attiva e produttiva si ridurrà (mediamente 1 milione di lavoratori in meno ogni 3 anni fino al 2050). Intanto l’Italia è ultima in Italia per occupazione femminile.


I problemi da risolvere

Sulla scia di tali previsioni, gli interrogativi sono tanti:

  • L’Italia sarà un Paese a misura di anziano?

  • Chi si occuperà di tutti questi anziani?

  • I servizi per le famiglie saranno adeguati ed efficienti?

Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede 3 miliardi di euro per aprire 264mila nuovi posti fra asili nido e scuole dell’infanzia, con l’obiettivo di avvicinare le donne al mercato del lavoro, riavvicinare potenziali lavoratrici non ancora attive, e magari raggiungere la decantata parità di genere nella gestione familiare (obiettivo ancora più ambizioso e sacrosanto).

Diritti a parte, contrastare la decrescita demografica è indispensabile per rendere sostenibile il debito italiano (l’Italia è uno dei Paesi con il debito pubblico più alto al mondo).

Inoltre, l’invecchiamento della popolazione metterà a dura prova il sistema pensionistico, non compensato dal calo demografico e dalla conseguente riduzione della forza lavoro.


Le previsioni

L’editorialista del Corriere Federico Fubini ha interpellato Giovanni Fosti, docente di Welfare e Innovazione sociale alla Sda Bocconi School of Management e Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio Rsa della Liuc Business School di Castellanza.

Nei prossimi vent’anni gli over 65 in Italia passeranno da 14 a quasi 19 milioni di persone. Gli esperti stimano che serviranno almeno 400mila badanti in più solo per mantenere l’attuale livello di cura e protezione dei più fragili.

Senza contare che anche il sistema sanitario sarà messo sotto stress per mantenere elevati i livelli di cura.

Secondo gli analisti la domanda di manodopera per assistere gli anziani in Italia sta per esplodere, ma già oggi l’offerta presente per garantire queste mansioni così delicate è di gran lunga inferiore alle necessità. Nelle famiglie ci saranno meno persone in grado di prendersi cura dei parenti anziani.

Servono delle risposte politiche forti e incisive nel lungo periodo, e non nel tempo di una campagna elettorale.

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